Siena, cala il sipario sulla città

Quanto successo a Siena è talmente eclatante che non è necessario essere esperti per comprendere la portata del disastro perpetrato in questi ultimi anni e che, già da oggi attraverso le mancate erogazioni della Fondazione agli enti locali, inizia a fare vittime specialmente tra i ceti più deboli della società. Un esempio è il grido di dolore dei pensionati invalidi con famiglia a carico, che non riceveranno più il contributo comunale che permetteva loro di sopravvivere e che, oltre ai tagli previsti dal commissario Laudanna, subiranno anche la mancanza dei 50.000 euro che la Provincia di Siena erogava al comune per queste categorie.

Quello che verrà ricordato nella storia come il “Sacco di Siena” inizia con la privatizzazione della Banca voluta dal sistema liberista dell’unione Europea e che diventa subito terra di conquista del sistema trasversale messo in piedi dai partiti. Sono proprio questi che nominando i loro rappresentanti nelle due Deputazioni della Fondazione ed il più della volte senza le dovute competenze, riescono in pochissimi anni a distruggere il secolare Bene Comune di Siena.

Infatti nel 2007 l’allora Presidente della banca MPS Mussari, attraverso un’azione spericolata e poco chiara a tal punto da far intervenire la Magistratura che sta ancora indagando, acquisisce BAV ad un prezzo che alla fine dei conti risultava essere più del doppio di quanto Santander sei mesi prima si era impegnata ad acquistare dallo spezzatino di ABN-amro. La crisi economica che già mostrava la sua pericolosità negli USA a causa del fallimento delle operazioni immobiliari favorite dalle banche,ha poi fatto il resto. Il colpo di grazia l’hanno dato i partiti attraverso l’ultimo aumento di capitale di luglio 2008 dove sono riusciti ad impegnare anche l’ultimo mattone di Rocca Salimbeni.

E’ indubbio che oggi la Banca MPS è letteralmente ostaggio dei creditori -banche come Mediobanca e Credit Suisse e soprattutto il Ministero del Tesoro- a cui vanno rimborsati 4 mld di “Tremonti Bond”, ma è anche vero che la Banca MPS è servita al governo e all’Italia intera quando, per affrontare la crisi, ha comprato ben 27 miliardi di Titoli di Stato Italiani.

L’altro ieri la maggioranza degli azionisti e quindi la Fondazione MPS occupata dai Partiti, ha consegnato la delega in bianco al Presidente Profumo che, in attesa di essere giudicato per il reato di elusione fiscale commesso da Presidente di UniCredit, cercherà di ripagare i debiti della banca MPS alla fine del suo mandato quinquennale concordato con i partiti ed attraverso un piano industriale fatto di lacrime e sangue soprattutto per i lavoratori del Consorzio Operativo Gestionale (COG).

“Prendere o lasciare” saranno state le parole che Monti avrà detto a Bersani e Rosy Bindi e, con il cappio al collo che si è messo da solo l’ex sindaco di Siena Franco Ceccuzzi, Siena sarà destinata al suo peggior periodo dalla peste del 1348 e le prossime generazioni di senesi ad emigrare altrove per trovare lavoro, visto che “Babbo Monte” non c’è più.

E’ antipatico fare della “dietrologia” ma è bene che i cittadini sappiano di chi sono le responsabilità politiche di tutto questo. Noi del Movimento Siena 5 Stelle lo avevamo denunciato già nel 2008 e prima di noi altri avevano gridato “attenzione !”. E negli anni le grida di allarme si sono moltiplicate, sempre inascoltate. Oggi che il disastro si è compiuto, quello che il Movimento Siena 5 Stelle può garantire in caso di vittoria alle prossime elezioni è che favoriremo l’istituzione di una commissione in consiglio comunale che collaborerà con gli organi inquirenti, per identificare e venire a capo delle responsabilità soggettive di quei due elementi che sono alla base di questo scempio: il contratto di acquisto della Banca Antonveneta e le relative transazioni finanziarie.

MoVimento Siena 5 Stelle

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