Monti dei Paschi di Siena e i suoi complici non pentiti
Il nodo dello spropositato potere di cui gode la finanza rappresenta evidentemente una sfida da affrontare e vincere per chiunque voglia dare a questa umanità una prospettiva di futuro. Pierini in buona e cattiva fede si sono sgolati in tutti questi mesi per sostenere che in Italia la crisi aveva origini diverse e che non si potevano tracciare paralleli tra la nostra situazione e quella degli altri Stati dove la crisi è scoppiata, che da noi tutta la colpa era dello Stato spendaccione, ecc. Ed ecco puntualmente a smentirli la realtà che come è noto ha la testa più dura anche di questi zucconi a prova di bomba, le cui massicce e granitiche scatole craniche sono evidentemente riempite da cervelli tutto sommato di scarsa dimensione e funzionalità.
Mi riferisco evidentemente allo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, la cui principale caratteristica sta proprio in questo potere della finanza e nell’inadeguatezza dell’ordinamento giuridico a regolamentarla in modo effettivo, consentendo ai banchieri di sottrarre il loro operato a ogni controllo.