Una giustizia “garantista” a vantaggio dei ricchi e potenti delinquenti

L’ennesimo rinvio dell’udienza per il processo su caso dell’Aeroporto di Ampugnano, che vede imputati “eccellenti”, come per molti altri processi che dovrebbero affollare le aule di giustizia del tribunale senese (MPS, elezioni del Rettore, urbanistica a Monteriggioni, ASL, Enoteca Italiana, Siena Biotech, buco dell’Ateneo….), deve far riflettere seriamente sul funzionamento della macchina giudiziaria italiana.

Giustizia che, nata per essere lo strumento a difesa dei più deboli e per il rispetto della Legge, sembra essere stata trasformata in uno strumento di impunità alla mercé dei politici e dei potenti che, cavalcando l’immane mole burocratica e procedurale dei processi penali, riescono sempre a sfuggire alle maglie della giustizia grazie alla prescrizione.

E’ mai possibile, ad esempio, che ogni processo penale debba ricominciare tutte le volte che cambia uno dei tre giudici collegiali (per trasferimenti, ridistribuzioni interne, maternità etc etc..) ? E la prescrizione che, accorciata, continua a “galoppare” anche dopo il primo grado ? E l’incompatibilità di un giudice che se firma la proroga di validità di un’intercettazione diventa incompatibile col giudizio e non può essere messo nel collegio giudicante ? Ma poi, quanti giudici ci sono a Siena ? E quanti sono ad occuparsi del penale ? Senza contare la mancanza di personale amministrativo, che impedisce di fare un’udienza se manca il cancelliere ! E cosa dire del fatto che se un imputato ha 2 avvocati e la notifica a uno dei due non va a buon fine deve saltare tutta l’udienza ? Magari si presentano tutti i testimoni, i due avvocati (anche quello che non ha ricevuto la notifica !), ma senza la “cartolina verde” della ricevuta di ritorno si slitta di almeno 6 mesi, per rimandare le notifiche a tutte le parti e testimoni, con ovviamente i relativi costi. E del legittimo impedimento ne vogliamo parlare ? Come del fatto che poi dopo il processo penale ne devi far partire un altro “civile“ solo per farti ripagare del torto, farti ridare i soldi o i danni ? Ovviamente senza considerare l’immane numero di querele eseguite a scopo intimidatorio per colpire una o più persone, una triste abitudine italiana che a Siena non è certo mancata.

E’ la stessa Europa a confermare che la giustizia italiana, tra i 28 Paesi aderenti, è quella con il più grande arretrato nel penale, al secondo posto per quello nel civile e sempre sul podio per numero di giorni che occorrono per vedere la fine di un processo in primo grado. Tanto per citare qualche dato, alla fine del 2012 i processi penali pendenti erano quasi un milione e mezzo e le cause civili in attesa di giudizio 4,6 milioni. Agli arretrati si aggiungono i tempi lunghissimi che i cittadini devono attendere per ricevere un verdetto in primo grado (fino a 2.648 giorni per una bancarotta e 770 giorni per una causa di divorzio), ai quali ovviamente devono aggiungersi eventuali ricorsi e relativi tempi.

Sono anni che se ne parla ma nessun governo sembra essere stato in grado di cambiare lo status quo della giustizia italiana, se non amplificando a dismisura la burocrazia e le leggi.

La domanda, retorica, sorge spontanea: a chi conviene una giustizia inefficiente ? 

Michele Pinassi
Consigliere portavoce MoVimento Siena 5 Stelle

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