repubblica – Siena 5 Stelle http://www.siena5stelle.it/ ...perché anche Siena meritava di essere una città a 5 stelle ! Tue, 30 Apr 2013 08:30:07 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.2 LETTERA APERTA AL PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI SIENA https://www.siena5stelle.it/2013/04/30/lettera-aperta-al-procuratore-generale-della-repubblica-presso-il-tribunale-di-siena/ Tue, 30 Apr 2013 08:30:07 +0000 http://www.siena5stelle.it/?p=34918 Spett.le Procuratore Generale della Repubblica

Come cittadini senesi, residenti o meno in questa straordinaria città, che la vivono, o vi lavorano, ci siamo sentiti in dovere di scriverLe questa lettera che non deve essere interpretata per nessuna ragione come un’ingerenza nelle sue prerogative professionali e istituzionali, bensì come un appello accorato, quasi disperato, per restituire un futuro a questa città, che a noi, al momento, appare difficile immaginare. Lo consideri, quindi, un gesto di solidarietà al suo operato, da cui, siamo fermamente convinti, possa passare la prima e più importante fase di rinascita della città. Siena, infatti, sta attraversando il periodo più buio della sua storia recente. E tuttavia, noi crediamo che il peggio debba ancora venire. Lo sfascio provocato da una banda di politicanti allo sbaraglio rischia di minare seriamente e definitivamente il tessuto sociale della nostra comunità. Ci aspettano nuove, sconosciute, povertà; il morto, invece lo abbiamo già avuto, facendo così accostare Siena a due delle più terribili ed oscure vicende italiane, i crack dell’Ambrosiano e della Parmalat, con le quali non vorremmo mai fossimo legati da un filo rosso che ci parla di gestione criminale di ciò che è bene collettivo. Forse, fra alcune decine o centinaia di anni, questo periodo sarà solo una pagina di un libro di storia, ma a noi interessa averlo attraversato senza aver voltato lo sguardo da un’altra parte e fatto finta di non vedere. Cosa ci aspetta, invece, nel breve e nel medio periodo, non lo sappiamo. Quali sono le reali prospettive di tenuta e di rinascita? Sappiamo tutti che questa città ha un’unica e straordinaria opportunità per rinascere e, al tempo stesso, fare giustizia, almeno parzialmente: recuperare una parte del “bottino” dell’operazione Antonveneta! Così come è stato fatto a Parma, dove di fronte ad un crack di 14 miliardi, si è riusciti a recuperare circa 1,5 miliardi di euro: più del 10%.

Fatte le dovute proporzioni rispetto agli oltre 20 miliardi vaporizzati nell’operazione Antonveneta, farebbero 2 miliardi di euro.

Al fine di tentare di recuperare almeno una parte del patrimonio che, ci teniamo a sottolinearlo, era -ed è- della nostra città, è necessaria una straordinaria mobilitazione capace di rimettere insieme le migliori energie di Siena, comprese le poche – pochissime – istituzioni non infettate dal groviglio armonioso che l’ha stuprata. Siamo convinti che la magistratura inquirente ne faccia parte e che si meriti tutta solidarietà necessaria in questa vicenda.

Al momento, nelle patrie galere, sono finiti solo i pesci piccoli di vicende laterali che pochissimo hanno a che vedere col clamoroso caso Antonveneta, mentre personaggi impresentabili continuano a passeggiare impunemente per il Corso. Troppo poco, signor Procuratore, per le speranze di questa città. Non sono né i pochi spiccioli sequestrati recentemente né le presunte truffe della banda del 5% che ci interessano, ma i 20 miliardi partiti da Siena e finiti (tutti ?) al Banco di Santander per l’acquisto di una banca che valeva meno di 3 miliardi di euro !

Sappiamo di chiedere molto a Lei ed al Suo Ufficio, siamo consapevoli delle enormi pressioni politiche ed “istituzionali” di cui certamente siete oggetto, ma è altrettanto indubbio che la resurrezione di questa città passa per la vostra azione. Solo se la Magistratura senese riuscirà ad andare fino in fondo alle responsabilità civili e penali di questa vicenda, sarà possibile per la Banca, per la Fondazione ed infine per la Città recuperare almeno una parte del proprio patrimonio.

Sono passati ormai 5 anni da quell’operazione sciagurata che passerà alla storia come la peggiore del suo genere. Troppi. E’ il momento di chiudere questa vicenda nell’unico modo possibile: facendo Giustizia. Siena non chiede nulla di più, nulla di meno.

Noi saremo dalla sua parte.

Movimento Siena 5 Stelle 

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“Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi” https://www.siena5stelle.it/2012/09/19/beato-quel-popolo-che-ha-bisogno-di-eroi/ Wed, 19 Sep 2012 13:34:22 +0000 http://www.siena5stelle.it/?p=28832 Michele Serra sull’Amaca de “La Repubblica” del 5 settembre ha scritto che la cultura politica del Cinque Stelle, col suo “terrore quasi superstizioso della politica come mestiere” e col mito del “cittadino che si fa carico in proprio della cosa pubblica” è in “questa fase storica un gravissimo ostacolo alla formazione di una nuova, vera classe dirigente”.
Quando sentiamo parlare della necessità di una classe dirigente (e magari anche di un leader che è la traduzione letterale di führer e duce) all’altezza della situazione, ci viene spontaneo pensare che chi fa simili affermazioni o è un estremista di destra o è ignorante o è in malafede. Poiché pensiamo che Serra non appartenenza a nessuna delle tre categorie, vorremmo porgli questa domanda: stando alla storia e all’attualità, in quali casi la “felicità” (ossia l’emancipazione culturale, sociale e economica, in sintesi la civiltà) di un popolo è dovuta alle qualità della sua classe dirigente?
Dai due momenti di massima evoluzione della storia dell’uomo, quella della Grecia classica e quella dell’Umanesimo-Rinascimento dell’Italia comunale, sono arrivati sino a noi centinaia di nomi di pensatori, artisti e letterati, ma non il nome di un solo politico (Pericle a Atene e il Magnifico a Firenze, politici professionali, non furono la causa, ma un effetto dello splendore di quelle città e comunque proprio grazie al passaggio di quei due, oggi classificati tra i massimi esponenti della classe dirigente nella storia dell’uomo, quello splendore si spense per sempre).
E quanti in Italia conoscono il nome anche di uno solo della classe dirigente dei paesi più evoluti del mondo attuale? E meno che mai della Svizzera, dove secondo alcune ricerche vive il popolo più felice e ricco del mondo nel territorio più povero di risorse d’Europa. Eppure con la Svizzera abbiamo in comune la massima parte del confine territoriale e una parte del popolo, ed è l’unico paese al mondo che abbia l’italiano come lingua ufficiale. Ciononostante, come per l’Olanda o la Scandinavia, chi conosce il nome del capo dello stato o del governo svizzeri? Non si sentirà mai dire che Tizio, capo della maggioranza in Svizzera ha proposto la tale legge e che Caio, capo dell’opposizione invece ne ha proposta l’abolizione, ma si sentirà sempre dire che attraverso il referendum è il popolo svizzero che ha approvato o bocciato una legge.
In tutti questi evolutissimi paesi “il mito”, come lo definisce Serra, del “cittadino che si fa carico in proprio della cosa pubblica” è realtà. E quelle classi dirigenti hanno così poco potere da risultarci del tutto anonime. E tutti sappiamo bene che in quei paesi i nomi dei massimi esponenti della nostra classe dirigente sono noti, anzi notissimi.
Insomma quanto più conta la società civile e meno conta la classe dirigente (ossia quanto più ci si avvicina alla democrazia diretta), tanto più il paese è civile, ricco e evoluto e viceversa. E questa è una regola che non ha eccezioni sul pianeta.
Ci piacerebbe infine che Serra riflettesse, infine, sulle seguenti enunciazioni che ovviamente gli saranno note e che immaginiamo condivida senz’altro.

“Non abbiamo bisogno di buoni politici, ma abbiamo bisogno di buoni cittadini” (J.J. Rousseau).
Non domandatevi cosa il governo può fare per voi, ma cosa voi potete fare per la nazione” (J.F. Kennedy).
Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi” (B. Brecht).

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