Qui è la vera mafia del capitalismo, a Siena !

Qui siamo nel cuore della peste rossa, qui siamo nel cuore del voto di scambio. Qui è la vera mafia del capitalismo, non la Sicilia” ha detto Grillo, dantescamente, all’ultima Assemblea dei soci del Monte.

A quelli che si sono indignati perché Grillo ha “osato” esprimersi così, noi precisiamo che l’avremmo chiamata “peste nera” perché di “rosso” a Siena non c’è più neanche l’ombra e perché così si riesce a definire meglio questa città, spaventata, omertosa, prona e schiava del potere, politico o mafioso che sia (e spesso sono stessa cosa).

Qui tutti “tengono famiglia” e non ci si può esporre. Sembra essere diventata, questa terra, la Sicilia di 50 anni fa quando tutti, anche l’arcivescovo di Palermo, dicevano che la mafia non esisteva: era un’invenzione dei giornalisti! Così come il saccheggio del Monte sembra oggi un’invenzione dei quattro scalmanati del Movimento 5 Stelle, almeno a sentire la canea corale dei “clientes” del sistema Pd+Pdl a cui, per non sentirsi più soli di quanto già sono, si sono aggiunti, garruli, quelli delle “mutande verdi”.

E a quelli che si sono indignati perché Grillo ha “osato” venire a Siena, noi precisiamo che l’abbiamo chiamato noi, come il PD ha chiamato Profumo (Profumo va bene e invece Grillo no?). E quando da fuori sono arrivati L. Berlinguer, Piccini, Mussari, Amato, Bassanini, D’Alema, che stanno alla base della decadenza prima culturale e poi materiale della Città, com’è che hanno taciuto?

E se non ci fossero stati il M5S e Grillo, i motivi veri per cui si discuteva un bilancio con una perdita di ben 1,3mld (senza contare gli 7mld persi nei due esercizi precedenti!) già da ora sarebbero sfuggiti dal dibattito: tutto insabbiato (e le solite poltrone ai soliti noti).

Grillo, a differenza di Profumo, ha detto quello che ha detto non nell’interesse del suo personale ruolo, ma nell’interesse della Banca: ha tirato in ballo non solo le marionette dell’allegra cricca “Mussari & C.”, ma anche e soprattutto chi a norma di legge aveva il potere e il dovere di controllare e impedire la sciagurata operazione dell’Antonveneta (valutata meno 3 mld e costata più di 17 mld): Banca d’Italia, Consob, Ministero delle Finanze, e quindi Draghi, Tarantola, Saccomanni, Tremonti. Senza di noi i motivi per cui prima si sono dovuti elemosinare i miliardi dello Stato che ora si stanno sostituendo con quelli delle algide e spietate finanziare multinazionali, lo scandalo Banca MPS avrebbe corso il concreto rischio di finire nell’affollato limbo delle vergogne italiche.

Per capire contro quale muro di gomma targato sempre Pd+Pdl, con i vari cespugli, ci stiamo battendo, guardate con quali motivazioni la strana maggioranza che governa il Paese ha respinto la commissione di inchiesta sul MPS, nuovamente richiesta dei parlamentari a 5 Stelle.

Perché a Siena tutti sanno ma nessuno parla, tutti ben allineati e coperti, pronti a togliersi il cappello prima con Mussari ed oggi con Profumo, anche dopo aver perso “fior di quattrini” con le liquidazioni pagate in azioni MPS. E mentre sta andando in scena l’ultimo atto della Banca, magistralmente guidato dalla partitocrazia del Pd+Pdl e dalla massoneria (bianca e nera), la città tace e subisce, ancora una volta (salvo prendersela con Grillo che di tutto può essere accusato tranne che l’avere la minima responsabilità nel sacco subito dalla Città).

Noi comunque siamo contenti del clamore che la denuncia di Grillo ha sollevato: la protesta rabbiosa di coloro che hanno la responsabilità diretta o indiretta, morale o materiale della catastrofe (perché di catastrofe si tratta), non può che essere dettata dal terrore del successo del M5S alle prossime elezioni.

MoVimento Siena 5 Stelle

 

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