MOZIONE in merito alla proposta di legge costituzionale che prevede, tra l’altro, anche l’abolizione della Regione Toscana.

Siena, 02.04.2015

Al Sindaco del Comune di Siena

Al Presidente del Consiglio Comunale

loro sedi

MOZIONE presentata dai consiglieri del gruppo “Siena 5 Stelle” Mauro Aurigi e Michele Pinassi in merito alla proposta di legge costituzionale che prevede, tra l’altro, anche l’abolizione della Regione Toscana.

PREMESSO CHE

Il Fatto quotidiano del 14.3.2015 ha dedicato una pagina intera (ancora senza smentite) a una nuova picconata che sta per essere inferta alla Costituzione: l’on.le Roberto Morassut e il sen. Raffaele Ranucci, ambedue del Partito Democratico, hanno pronto un disegno di legge costituzionale per ridurre le regioni italiane da 20 a 12 (vedasi allegato). Solo Lombardia, Emilia-Romagna, Sardegna e Sicilia conservano nome, confini e identità, tutte le altre regioni spariscono in un rimpasto impressionante di scorpori e riaccorpamenti con denominazioni da saga del Signore degli Anelli: Regione di Levante (Puglia più pezzi di Molise e Basilicata), Regione Tirrenica (Campania più mezzo Lazio), Regione Alpina (Piemonte più Liguria e Val d’Aosta), Regione Appenninica (Toscana più Umbria e pezzi di Lazio), ecc.

Che i due si siano svegliati una mattina col proposito di rivoluzionare e rimescolare un assetto fisico e istituzionale della Nazione che ha la sua giustificazione in 3 millenni e passa di storia, infischiandosene di tutto e di tutti, non è assolutamente pensabile. Non quando il loro capo è segretario del partito e capo del potere esecutivo, in grado di controllare il potere legislativo e quello giudiziario ed ha il favore di quasi tutto il quarto potere (i media) come mai nessuno prima di lui. E’ facile capire che quel progetto gode del favore dei vertici del Partito Democratico. Infatti ha già ottenuto da tempo il consenso del presidente Enrico Rossi (che però, stando a lanazione.it del 3 dic. 2014, pare preferire l’annessione della Toscana all’Emilia-Romagna) e del segretario regionale Pd, l’on.le empolese Dario Parrini (lanazione.it del 24 nov. 2014). E’ come se il capo del governo, il capo della Regione e il capo del Pd regionale, nel condividere quel progetto, avessero stretto anche un toscanissimo patto d’acciaio: annullare la Toscana.

Questa terra si chiama così almeno da 3000 anni perché qui abitavano gli Etruschi (Tusci) e qui ora abitano i Toscani. E dopo tre millenni, senza minimamente preoccuparsi dei proprietari di quel territorio, si è deciso di annullare 30 secoli di storia e cultura. E che storia, e che cultura! Tanto da fare affermare allo storico francese Jacques Heurgon (1903-1995): «È in verità impressionante il constatare che, per due volte nel VII secolo a.C. e nel XV d.C., pressoché la stessa regione dell’Italia centrale, l’Etruria antica e la Toscana moderna, sia stata il focolaio determinante della civiltà Italiana

Senza contare un altro aspetto ancora più grave soprattutto in momenti di crisi come l’attuale. Il marchio (brand, per gli Italiani più ignoranti) “TOSCANA” è uno dei marchi territoriali più famosi e prestigiosi del mondo, anzi il più famoso in assoluto se si tiene conto insieme di passato e presente, di storia e cultura, di arte e scienza, di clima e ambiente, di paesaggio e alimentazione, di bellezza e cordialità, di sicurezza e tranquillità. Quante centinaia di miliardi vale quel marchio? E quante centinaia se ne perderanno per la lenta ma progressiva scomparsa dalla dialettica di tutti i giorni di quel lemma, di quell’attributo, per la sua sostituzione con “APPENNINICO”, fino a quando la Toscana non sarà più neppure un’espressione geografica?

Un perfetto caso sado-maso. Sadico perché non è pensabile che i responsabili siano inconsapevoli del danno certo che sarà inferto all’immagine e all’economia del territorio. Masochista perché costerà molto agli stessi artefici: non si può impunemente segare il ramo a cui s’è appoggiata la scala.

IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA

il Sindaco a rendere pubblica la contrarietà della comunità senese all’ipotesi di abolizione della Regione Toscana a favore di altra istituzione avente denominazione diversa dall’originale. Impegna altresì il Sindaco a sollecitare i comuni della Toscana a prendere analoghe determinazioni.

In fede,

Mauro Aurigi
Michele Pinassi

admin

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