C’era una volta il Consigliere comunale a 5 Stelle…

Per non dimenticare, un articolo apparso sul Blog di Beppe Grillo a Luglio 2017:

Il consigliere comunale 5 Stelle è il mio eroe

Ci sono persone che si caricano di responsabilità per 5 anni in cambio di una sorta di paghetta, meglio: una paghettina. Spesso è gente che ha già un lavoro, finisce che si trova impegnata dalla mattina alla sera. Sono degli eroi ai miei occhi. La figura del consigliere comunale ricorda, per come è considerata, quella del maestro elementare: una cosa piccola, a cui si riconosce poco e nulla, in tutti i sensi (economico, di prestigio sociale e così via) per una ragione strana che non mi ha mai convinto. Più è piccola la realtà di cui ti occupi e meno conti. Se il bambino è piccolo allora sei meno importane di chi insegna all’adolescente. Per non parlare di come se la passano i consiglieri comunali dei piccoli comuni, che guadagnano ancora meno di quel poco che guadagnano i consiglieri dei comuni più grandi. I consiglieri del MoVimento 5 Stelle sono 2.061 distribuiti su tutto il Paese: sono i miei eroi.

Mi viene in mente quella “piccineria” tutta italiana, che mi ha sempre intrigato e deluso allo stesso tempo. In questo paese sembra tutto “un po’ meno e più piccolo” in confronto a Germania, Francia, USA e via dicendo. Eppure solo una cultura bassa dello Stato può dimenticarsi di tener conto dei suoi nuclei più fondamentali, vicinissimi nella proporzione e negli scopi alle famiglie. Quel microtessuto che sfugge ai media, che volano troppo in alto per poter osservare piccoli comuni e circoscrizioni: il tanto declamato “tessuto sociale”. Non ci sono cose più importanti della possibilità che ogni cittadino possa sentirsi rappresentato, ogni bambino seguito nella sua crescita intellettuale e morale e le famiglie parte di qualcosa di più esteso. Una comunità che però è tutta da ricostruire.

I nostri consiglieri comunali hanno bisogno di tutto il nostro supporto. I soggetti istituzionali del MoVimento 5 Stelle più esposti ai fenomeni collegati con la criminalità organizzata sono proprio i nostri ragazzi sul territorio. Similmente a Civitavecchia: appena qualcosa di nazionale, o addirittura mondiale, coinvolge davvero gli italiani diventa subito evidente il ruolo dei comuni e quindi degli gli assessori ed i consiglieri. Il tessuto sociale lacerato sul quale stiamo agendo via via più capillarmente. Lacerato perché dimenticato? Certamente perché non rappresentato e vittima della malversazione da parte di governi sempre meno italiani e sempre più alieni.

Il nostro sindaco a Civitavecchia Cozzolino sta rappresentando la città a fronte del fenomeno migratorio peggio gestito nella storia. I cittadini di Civitavecchia sono con lui e rifiutano l’atteggiamento leghista, ma non intendono concedere il porto di accesso alla capitale ai confusi bisogni derivanti dal tradimento di Renzi, spedito dal circolo di banchieri che lo ha lanciato al governo del paese.

In questi giorni sono stato più vicino anche agli assessori che lavorano con i nostri sindaci, ragazzi che nell’anonimato si stanno dando da fare in tutti i modi possibili. Abbiamo ricordato insieme come è nato il MoVimento: rivalutare le realtà locali, sostenerle e aggiornarle gradualmente, coinvolgendo i cittadini di territori sempre più vasti, saltare le province (per un minimo di senso della decenza) e quindi arrivare alle regioni. Dopo avremmo raggiunto il governo del Paese. Per restituire la dignità, e naturalizzare i singoli territori, non è necessaria una “ideologia del territorio,” non serve andare alle fonti del Po e riempire strane boccette di acqua (forse erano per il trota da piccolo?). Oggi, è evidente che la battaglia per un’Italia migliore si sposta sempre più rapidamente dal locale all’universale, dal piccolo comune al governo nazionale, che appaiono sempre più scollegati.

Nessuno può avere una ricetta valida ovunque per imporre come vivere nelle singole realtà locali. La natura post-ideologica del MoVimento era fatale ed al contempo necessaria, ciò che è opportuno e giusto può arrivare da qualunque distretto e comune. La direttrice opposta (dal centro alla periferia) si dimostra quasi sempre improponibile: non vogliamo importare anche da noi la logica delle Banlieue francesi, oramai aridi territori nazionali abbandonati dallo Stato e lasciati li da cittadini in fuga. Pensate a quanto è astratto lo Ius Soli dal punto di vista dei comuni, dei cittadini. Argomenti di traccheggio validi solo per una politica interpretata come tifoseria e non partecipazione.

Partecipazione: questa è la nostra parola magica. L’unico motivo per cui si possa fare il lavoro di consigliere comunale è la voglia di partecipazione, con alle spalle un gruppo di attivisti e volontari che ti supportano. Il lavoro dei nostri 2.061 consiglieri, e delle persone che li aiutano nel quotidiano, è immane e ora viene tutto raccolto dentro la funzione di Rousseau “Sharing”. Accedete a Rousseau e guardate cosa fanno ogni giorno: atti, mozioni, ordinanze, delibere, interrogazioni. Lì dentro c’è l’Italia che vuole partecipare e cambiare le cose, anche se questo costa fatica e grandi sacrifici. Con gente così, con questo esercito di generosi, possiamo solo continuare a crescere. Avanti così!

Beppe Grillo

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